I punti di appoggio di Keope

– L’appoggio a livello del tendine di Achille

determina uno stimolo riflesso che si diffonde a livello della pianta del piede.

La pianta del piede è una zona ricca di propriocettori sensitivi esterocettori e meccanocettori ad alta sensibilità. La combinazione degli stimoli provenienti dalla pianta del piede sono determinanti sulla reattività rapida (massima intensità e breve durata della risposta) e sull’ informazione centrale relativa al posizionamento del corpo nello spazio. La risposta rapida è determinata dalla struttura anatomico funzionale dei tendini che determinano la risposta elastica della forza esplosiva.

Lo stimolo proveniente dalla pianta del piede agisce a livello della corteccia cerebrale influenzando l’aspetto posturale e fa percepire al corpo il suo stato fisico rispetto all’ambiente che lo circonda.  Il riflesso plantare agisce stimolando a livello centrale le ampie aree deputate al controllo sensitivo e motorio rappresentate nella corteccia cerebrale dall’homunculus della postura sia statica che dinamica.

2 -L’appoggio a livello del cavo popliteo

stimola i propriocettori del Golgi posizionati nelle giunzioni muscolo tendinee del quadricipite e nel tessuto connettivo, denso di legamenti e della capsula articolare.

L’effetto di stimolo con Keope rilevato con EMGs è quello della ripolarizzazione muscolare, quindi l’induzione di keope stimola gli organi muscolo tendinei del Golgi che inducono il riflesso miotattico inverso il quale decontrae la struttura muscolare e quindi determina il rilassamento delle fibre muscolari. Quando le fibre muscolari si sono ripolarizzate e sono decontratte (rilassate) sono pronte uniformemente per ricevere nuovi stimoli depolarizzanti e quindi nuove contrazioni muscolari.

Keope agisce attraverso uno stimolo costante ottenendo un effetto uniforme sui recettori e conseguentemente depolarizza e rilassa uniformemente tutte le fibre muscolari interessate.

La decontrazione delle fibre muscolari determina una vasodilatazione del microcircolo muscolare che permette un aumento del ritorno venoso e quindi dello shuttle dell’acido lattico e degli altri metaboliti dell’attività muscolare.

Un effetto vasomotorio che parte dallo stimolo della pianta del piede, attraversa la safena che proprio a livello del cavo popliteo (punto di stimolo di Keope) presenta una valvola che facilita il ritorno venoso. Naturalmente l’effetto vasomotorio non è solo di ritorno venoso ma anche del microcircolo muscolare arterioso, favorendo così il recupero muscolare attraverso anche l’apporto di ossigeno e substrati energetici.

L’aumento della frequenza cardiaca durante lo stimolo con “Keope” è sicuramente dovuto all’aumento del ritorno venoso, infatti è più marcato nel soggetto che si sottopone allo stimolo di “Keope” dopo un’attività fisica intensa.

3 – L’ampia area cutanea dei glutei

presenta una sensibilità superficiale che quando viene stimolata si trasforma a livello centrale in una sensazione di benessere. A livello del sottocutaneo è presente tessuto adiposo dove si localizzano i corpuscoli lamellari di Vater-Pacini e Paciniformi i quali sono ad adattamento rapido e reagiscono in modo crescente immediatamente ed al termine della sollecitazione.

4 – Lo stimolo di Keope a livello del rachide dorso-lombare

induce la ripolarizzazione dei muscoli paravertebrali con conseguente miglioramento dell’elasticità e della mobilità articolare del rachide. Per risonanza induce ripolarizzazione dei muscoli paravertebrali cervicali.

Spesso la contrazione dei muscoli paravertebrali cervicali induce patologie muscolo tensive, spesso concausa o causa prima di alcuni tipi di cefalea.

Percepire la propria colonna vertebrale con sensazione di benessere contribuisce a diminuire il senso di fatica. Basti pensare quanto una lombalgia anche lieve affatica una persona, fino a far percepire come gravosi, i semplici gesti della vita quotidiana.

Lo stimolo propriocettivo di Keope in più punti del corpo determina una ripolarizzazione dei muscoli, stimola i propriocettori ed esterocettori che controllano l’equilibrio e la postura non solo con un riflesso periferico, ma anche centrale a livello della struttura che controlla lo schema motorio.

L’induzione con partenza periferica agisce a livello centrale, la risposta non è solo periferica loco regionale (solo a livello di un gruppo muscolare) ma di tutto lo schema corporeo posturale e questa risposta è favorita in modo rilevante dall’induzione diretta centrale attraverso la cuffia. La combinazione di questi effetti determina un recupero psicofisico del soggetto e soprattutto una progressiva attività di recupero del proprio schema corporeo fisiologico.

5 – “Keope” a livello del palmo delle mani e delle dita,

induce uno stimolo ai corpuscoli ramificati e lanceolati di Meissner che sono esterocettori posti tra epidermide e derma, che rispondono a variazioni pressorie. Tanto più è rapido lo stimolo tanto maggiore è la risposta della fibra nervosa.

La risposta rapida ma adattata allo stimolo permette di eseguire i movimenti fini con precisione ed esattezza.

Lo stimolo dei corpuscoli di Meissner, combinando assieme stimoli e risposte, permette di avvertire la perdita di gravità cioè l’effetto fluttuazione e la sensazione di leggerezza e, successivamente, permette di riacquisire la percezione delle diverse parti del corpo.

Questi passaggi modulati determinano, a livello centrale, un “reset” dello schema corporeo e la successiva raffigurazione corretta dello stesso. Questa percezione è più avvertita da chi ha un difetto posturale.

Eseguendo una valutazione della postura con Spinal Mouse prima e dopo lo stimolo di Keope in tutti i soggetti si rilevano correzioni delle asimmetrie posturali e maggiore elasticità del rachide.

“Keope” induce anche un miglioramento soggettivo ed oggettivo nell’esecuzione di esercizi di coordinazione. Ciò è dovuto al “reset” dello schema corporeo ed alla successiva rielaborazione a livello centrale.

Estratto dalle ricerche scientifiche di:

Dott. Francesco Coscia : Medico Chirurgo, Specialista in Medicina Interna, Specialista in Medicina dello Sport, Professore a contratto Università di Perugia             

 

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